Taranto, una comunità.. - Anna Svelto

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Taranto, una comunità..

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Taranto, una comunità che rivendica salute e lavoro


L’intento non è quello dell’ennesima denuncia ambientalista ma  piuttosto quello di analizzare fotograficamente il  rapporto così intenso e difficile tra la comunità tarantina e l’industria. La città, e soprattutto il quartiere Tamburi, si trova a ridosso del più grande impianto siderurgico d’Europa che incombe anche sul cimitero di San Brunone, il camposanto dove molti degli operai dell’acciaieria e di tutta la zona industriale sono stati sepolti: pure da morti i tarantini devono convivere con la cosiddetta fabbrica delle nuvole tra polveri rossastre… E i bambini dei Tamburi continuano a giocare con il pallone in campetti inquinati da sostanze altamente cancerogene in attesa di bonifiche che non arrivano. E nel latte materno è stata trovata della diossina in quantità ben maggiore della dose tollerabile dall’organismo. E i pastori vedono sopprimere le loro greggi contaminate perché pascolano in un raggio di 20 km. dalla grande industria. Così come le cozze, orgoglio di Taranto, tristemente inquinate da sostanze cancerogene nel primo seno di Mar Piccolo. Per non parlare dei record terribili di neoplasie ai polmoni e di morti infantili per leucemia.
Non è facile misurarsi con grandi colossi come Ilva, Eni e Cementir  quando coloro che dovrebbero  stare dalla parte della comunità, le istituzioni, ancora non pretendono con forza il risanamento della città. La magistratura tarantina ha avviato indagini sull’inquinamento dell’Ilva ed è in corso il procedimento penale nei confronti dei Riva, proprietari dello stabilimento, per disastro ambientale. Ma nonostante il ricatto occupazionale che si fortifica esponenzialmente in questo periodo di gravissima crisi, a Taranto è cresciuto in questi anni un movimento d’opinione molto ampio e variegato che nel suo complesso ha sicuramente contribuito  a far prendere coscienza all’intera comunità tarantina della grave situazione ambientale. E’ di questo popolo, fatto anche di operai che vogliono salvare i posti di lavoro e la salute, che intendo testimoniare in questo progetto fotografico.
Una comunità che vuole lavorare con una seria tutela del benessere di tutti i cittadini, pensando ad un modello di sviluppo eco-compatibile ed alla  difesa delle secolari attività marinare. Una lotta democratica e partecipata per un risanamento ambientale di Taranto e un ruolo trasparente delle istituzioni che a schiena dritta devono confrontarsi con la grande industria: questa la sfida da raccogliere per il futuro della nostra gente.  E’ una sfida difficile che la cittadinanza attiva sta affrontando con determinazione in tutte le sedi istituzionali ed in tutte le forme democratiche. Senza arrendersi: novelli Davide contro i Golia del profitto ad ogni costo, anche a danno della salute  della popolazione.
Questo lavoro fotografico vuole essere una testimonianza ed insieme un contributo alla conoscenza del caso Taranto ma soprattutto l’espressione di un sentire comune dei cittadini di Taranto per la costruzione di una città vivibile da consegnare alle  future generazioni. Ed è con un messaggio di speranza che chiudo il progetto: il nostro mare, quello che da Sparta ci ha portato in questa terra. Le nostre orme, la nostra cultura millenaria, le foto in bianco e nero dei cittadini, dei luoghi  della città, sulla riva del mare. Torneranno a colori, ne sono certa, e la speranza di oggi diventerà realtà.  

Progetto fotografico in mostra nel circuito Off alla settima edizione di Fotografia Europea di Reggio Emilia

http://www.fotografiaeuropea.it/

galleria del circuito off

http://www.fotografiaeuropea.it/off2012/mostre/


Luogo mostra: Ristorante L'Angelo
Via Padre Angelo Secchi, 17
42121 Reggio Emilia (RE)

Apertura: dal 11/05/2012 al 24/06/2012
dalle 12.00 alle 15.00
dalle 19.00 alle 24.00
dal martedì alla domenica
giorno di chiusura: lunedì
Inaugurazione: 11/05/2012 19.00
http://www.langeloristorante.com

 
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